Messaggio del Capo Scout CNGEI Mariano Iadanza al Contingente italiano al XXV Jamboree Mondiale
Messaggio del Capo Scout CNGEI Mariano Iadanza al Contingente italiano al XXV Jamboree Mondiale in corso in Corea del Sud
Care ragazzi e cari ragazzi,
mi rivolgo anzitutto a voi in questo messaggio di saluto, in condizioni così particolari, per il XXV Jamboree mondiale. E a me si unisce naturalmente il nostro Presidente, Gianpino Vendola.
Ma lasciate che questo messaggio giunga anche alle volontarie e ai volontari tutti che, in qualità di vostri capi, di team in servizio, di componenti degli staff di contingente associativo e federale, vi hanno guidato in questa avventura.
Mi piace iniziare questo intervento citando il famoso discorso che John Fitzgerald Kennedy, allora senatore degli Stati Uniti, pronunciò in Indiana il 12 aprile 1959. In quella circostanza, precisò che la parola “crisi” scritta in cinese, si compone di due caratteri, uno dei quali rappresenta la parola “pericolo” e l’altro la parola “opportunità”.
In realtà, Kennedy non aveva del tutto ragione ma la sua frase è particolarmente calzante in questa occasione, nella quale siete stati testimoni di un evento forse unico. A dir la verità, non è la prima volta che un tifone si abbatte sul Jamboree. Successe anche nel 1971, in Giappone, e anche in quella circostanza il campo fu evacuato per 48 ore, con tutte le persone riparate in veri e propri rifugi allestiti per l’occasione. Ma poi tutti ritornarono tra le tende sulle alture di Asagiri.
In qualche modo, dunque, il Sud Est asiatico ripropone sfide ardue da affrontare. E questi eventi estremi ed imprevedibili ci riportano all’attenzione lo sforzo che dobbiamo attuare, ogni giorno, per lottare contro il cambiamento climatico, in grado di portare così tanti stravolgimenti.
Ma mentre facciamo questo, lasciatemi dire che tutte voi, tutti voi, avete saputo vivere l’evento con lo spirito che sempre ha caratterizzato lo scautismo italiano: in perfetto stile scout, col sorriso sulle labbra, la voglia di scoprire gli altri, adattarsi alle condizioni complesse dell’evento, vivere la magia degli sguardi, la curiosità delle tradizioni, il ritmo incessante delle sveglie e delle attività, la scoperta nascosta negli incontri fortuiti che il campo riserva. E con la gioia di prepararsi alla prevista cerimonia di chiusura dell’11 luglio, la quale avrà, dopo questa dislocazione, un sapore ancora più magico e speciale.
Siete la generazione che non solo è chiamata a vivere il cambiamento, è chiamata a gestirlo. Il sogno che avete disegnato con questo campo sarà via via colorato nei prossimi giorni, anche nei prossimi mesi, attraverso i racconti che avrete la forza e la voglia di fare a casa, ai vostri amici, a scuola, in palestra, sui social. E questo sogno colorato restituirà l’idea di ragazze e ragazzi in grado di fare la differenza in ogni circostanza e ad ogni latitudine.
Anche se il contemporaneo svolgimento della nostra Estate Rover nazionale non mi ha permesso di essere fisicamente lì con voi, direi che come Capo Scout del CNGEI non potevo aspirare a nulla di meglio: esploratrici, esploratori e rover in grado di prepararsi al più grande Jamboree mai tenuto nella storia e anche al più pazzo. E volontarie e volontari in grado di accompagnarvi lungo questo percorso, fatto di brividi ed equilibri, talento e passione, impegno e tenacia.
Il Jamboree non è un luogo fisico, è un’attitudine.
Grazie per averlo compreso e reso possibile.
Mariano Iadanza, Capo Scout CNGEI