Una volta Scout, Sempre Scout!
Semel Scout Semper Scout
È un fatto riportato spesso dai quotidiani che l’essere o essere stati scout rappresenta un punto a favore del candidato nei colloqui di lavoro, agli scout viene riconosciuta la capacità di saper lavorare in gruppo ed attenzione, serietà e responsibilità nello svolgere i compiti assegnati.
Ma l’essere scout può anche mostrarsi utile, o manifestarsi, anche in altre situazioni e contesti, lavorativi e non.
Raccontava Aldo Marzot, vecchio Dirigente Scout e Dirigente IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), che nel secondo dopoguerra dovette andare a Londra per trattare una importante fornitura di materiale.
Il suo interlocutore inglese non riusciva a nascondere la sua arroganza da vincitore e la trattativa avanzava con una certa fatica.
Un giorno Marzot si appuntò, per vezzo, il suo giglio scout all’asola della giacca.
Questo attirò l’attenzione della sua controparte che al primo intervallo della trattativa gli si avvicinò e gli chiese cosa significasse quel simbolo.
Saputolo, e saputo delle vicissitudini dello Scautismo in Italia, si dichiarò essere egli stesso un dirigente scout Britannico.
Da quel momento, la trattativa prese a scorrere su binari oliati dalle gocce della fiducia che prima era assente dal tavolo.
Ecco: noi parliamo di “Scout” perché in questo modo ricordiamo e chiamiamo in causa non solo quelli che lo sono oggi, ma anche coloro che lo sono stati ed ancora adesso identificano sé stessi/e come “scout”, ricordando il motto che, appunto, dice “Una volta Scout sempre Scout” o all’inglese “Once a Scout, Always a Scout”!
Guido Corda