CN2018: C’è stata Avventura al Campo Nazionale!
C’è stata avventura al Campo Nazionale CN2018.
C’è stata avventura.
C’è stato sole, c’è stato bel tempo, caldo ma ci sono stati anche la pioggia e il vento.
C’è stata felicità, ci sono state risate, scambi e nuove conoscenze, ma ci sono stati anche momenti difficili e incertezze.
C’è stato il fango e le bruciature ma anche tanti giochi e tante cose nuove imparate.
C’è stato da lavorare, da alzarsi prestissimo la mattina per coprire il turno, da risolvere problemi perché mancava questa o quella cosa, da rispondere a mille chiamate perché arriva l’ospite, bisogna organizzare gli spostamenti dei ragazzi, c’è la serata comune, serve fare il fuoco.
Si potrebbe parlare ore di questo campo, giorni interi, forse. Speriamo se ne parli per anni.
Ma niente lo esprimerà mai davvero come solo le parole e le sensazioni di chi in prima persona l’ha vissuto a pieno da partecipante: gli esploratori. Perché quando loro sono felici e si emozionano, noi abbiamo fatto il nostro dovere.
“Siamo stati insieme due settimane, ogni giorno pelle a pelle con persone che provengono dal tuo stesso pianeta di pensiero, con cui ti comprendi al primo sguardo per un legame inspiegabile perché le parole su questa Terra sono troppo piccole per definirlo.
Che ne sanno gli altri di noi che ci medichiamo a vicenda tutti i tagli, le bruciature, le punture, sia sulle nostre pelli vicine che sui nostri cuori così legati con le migliori legature quadre?
Siamo incastrati l’un l’altro, siamo trentuno e siamo riusciti a collegarci lo stesso, tutti uniti dalla voglia di sorridere un po’ e la stanchezza mentale dei nostri piccoli mondi in cui ogni tanto ci chiudiamo.
Siete il mio posto in cui rifugiarmi, non mi sono mai sentita così a casa come con voi in questi tredici giorni, sembrati tanto lunghi, ma tornata a casa sempre troppo pochi.
Sarà che abbiamo respirato i nostri stessi respiri, ma più gli anni passano e più mi fate arrabbiare, tanto quanto mi fate innamorare.
Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo di ognuno di voi, un particolare che non ho mai notato, che sempre combacia con un mio, che sempre mi fa abbandonare un po’ di più al vostro calore come tra le correnti di un fiume che mi ha sempre cullato e che continua a farlo, ma con la sicurezza che non mi lascerà mai sola, che avrò sempre voi accanto anche quando mi capiterà di sentirmi sola sopra ai sassi bollenti.
Non c’è niente di più bello dei nostri universi che si mischiano, come le nostre voci al fuoco, mentre i nostri cuori bruciano di felicità pura, tutti insieme in un unico braciere che mi scalda le mani e brucia tutte le mie paure, sarò per sempre consapevole che il vostro fuoco sarà sempre un po’ più luminoso di tutti gli altri che vorranno scaldarmi”.
Gaia Golembiewski, 15 anni – Reparto Kepler, CNGEI Pistoia 2