Cosa vuol dire essere scout?
Ci dicono che siamo scout perché ci piace partire per l’avventura.
Ci dicono che siamo scout perché riusciamo a condividere un ideale.
Ci dicono che siamo scout perché amiamo darci da fare.
Ma essere scout non è solo questo.
Essere scout vuol dire essere capaci di indignarsi se li mondo prende una piega che non ci pare quella giusta. Vuole dire essere consapevoli che quanto accade lontano da noi non può lasciarci indifferente.
Essere scout vuol dire sapere apprezzare il potere evocativo di una foresta, del vento che fischia tra gli alberi, ma vuol dire soprattutto accorgersi che un nuovo germoglio sta nascendo, nel silenzio, lontano dalle attenzioni di tutti.
Essere scout vuol dire essere in grado di divertirsi, abbracciare la gioia del caos, vivere il ritmo frenetico delle esperienze. Ma vuol dire soprattutto avere il tempo per fermarsi a riflettere, rivendicare il diritto alla calma.
Gli scout sanno usare la tecnologia, la sanno governare, sanno che serve per affrontare la vita di ogni giorno. Ma sanno ancora leggere e scrivere e colorare e perdersi in mille rivoli che sfoceranno in solidi fiumi.
Essere scout vuol dire sapere che anche se hai programmato, ordinato e sistemato ogni cosa, non tutto potrà andare sempre come avevi sperato, perché la vita ha più fantasia di noi.
Essere scout vuol dire saper scegliere, tra mille strade, non solo quella giusta, ma anche quella meno battuta. E assumersi il rischio di tale scelta.
Soprattutto, in un mondo che sembra essere in grado solo di guardare in basso o di non guardare affatto, essere scout vuol dire non dimenticare mai il necessario, quello squarcio di cielo che dovrebbe albergare in ogni casa, che dovrebbe portarci sempre a guardare al di là.
Testo: Mariano Iadanza
Video: Simone Lizza