- 10 Settembre

7 luoghi comuni e bufale sugli scout

Bufale, fake news e luoghi comuni sugli scout!

Luoghi comuni, stereotipi e bufale scout sono diffusissimi: è arrivato il momento di smontarli!
Proviamo a spegnere quei luoghi comuni che spesso sentiamo tra i nostri amici e per cui gli scout vengono presi in giro.

  1. Gli scout aiutano le vecchiette ad attraversare la strada!

    cngei vecchiette
    Gli scout aiutano veramente gli anziani ad attraversare la strada?

    Cosa c’è di vero? Cosa c’è di falso? 

    Gli Scout non fanno SOLO questo ma al di là delle battute è vero che fin da piccolini abituiamo i nostri ragazzi a compiere quelle che chiamiamo Buone Azioni (BA), siano esse l’aiutare i genitori a fare le faccende di casa o i nonni ad attraversare la strada.

    Il concetto di Buona Azione viene sviluppato partendo da piccoli nei lupetti ma anche quando i nostri ragazzi diventano più grandi attraverso le attività che chiamiamo di “servizio” (alla società) e che riguardano quelle tipologie di intervento che normalmente proponiamo: curare il verde pubblico, aiutare alla mensa dei poveri o comunità, svolgere attività di doposcuola, etc

    E questo perché? Perché lo scopo dello scoutismo è di creare il “buon cittadino”, “un cittadino in grado di compiere scelte autonome e responsabili, impegnato in prima persona per promuovere la solidarietà, i diritti universali, la pace e la tutela dell’ambiente” (dalla Carta d’Identità Associativa del C.N.G.E.I.).

  2. Gli scout hanno i pantaloni corti anche d’inverno

    È certo che gli scout vengano riconosciuti dai più perché usano i pantaloni corti anche quando ci sono -20° C e ci sono due metri e mezzo di neve.
    Cosa c’è di vero in questo?

    I pantaloni lunghi noi CNGEI li portiamo e fanno parte della nostra uniforme.
    Questo perché siamo coscienti che i bambini e ragazzi che decine di anni fa erano abituati a stare in case con temperature di 15° o non esistono o sono molto pochi (oggi la temperatura d’inverno di una casa è di almeno 20°).
    Per questo e soprattutto per evitare lunghe discussioni con pediatri, medici, genitori, nonni e zii abbiamo abbandonato il nostro tradizionale sadismo nei confronti dei bambini e andiamo vestiti con abbigliamento consono ai tempi. 

    Comunque i pantaloni corti d’inverno hanno la loro utilità: ad esempio quando piove i pantaloni lunghi si bagnano più facilmente e questo può portare ad ammalarsi mentre con i pantaloni corti basta un cambio veloce di calzini.

  3. Gli scout pregano sempre e sono tutti cattolici

    “Chiedo a te per capire… Essere laici vuole dire essere cattolici, ed essere sotto alle regole della Chiesa? Scusa ma a 40 anni ancora ho bisogno d’imparare.” (da una chat di un amico su Facebook)Gli scout sono tutti Cattolici? NO

    Arriva l’estate e le nostre stazioni, montagne, spiagge, uffici postali, supermercati vengono ripetutamente presi d’assalto da una marea blu.
    Con la maglia blu: sono gli scout dell’associazione cattolica AGESCI.
    Si tratta dell’associazione scout più numerosa e che conta quasi 180 mila iscritti in tutta Italia. Nell’acronimo AGESCI, Associazione Guide e Scout Cattolici italiani, c’è una “C” fondamentale ed è per questo che molti pensano che gli scout sono tutti blu e tutti cattolici.

    il CNGEI è un’associazione scout LAICA che non significa ATEA ma che, rispetto alle associazioni scout cattoliche (AGESCI è la più grande ma non l’unica), ha una propria storia, identità e visione dello scoutismo rispetto al rapporto con la propria fede confessionale.
    Quindi gli scout pregano sempre? NO.
    L’AGESCI essendo un’associazione confessionale rispetta la propria fede e quindi, tra le proprie attività caratterizzanti gli scout di questa associazione vanno anche a messa. 

    Per rispondere al mio amico di Facebook possiamo dire che per noi CNGEI la Ricerca Spirituale fa parte del percorso scout, e caratterizza ogni momento delle attività  ed è curata dagli educatori nel rispetto del principio di laicità, cercando di educare i ragazzi alla ricerca, all’approfondimento delle proprie convinzioni e alla disponibilità al confronto.
    In ogni caso il CNGEI ha l’uniforme VERDE non BLU!

     

  4. Gli scout vanno sempre in montagna

    Attenzione! Arriva l’estate e se per caso avete avuto l’idea di passare le vostre vacanze in montagna attenzione: arrivano gli SCOUT! 

    La montagna si presta molto al tipo di attività che portiamo avanti con i nostri ragazzi e ci permette di mettere in pratica cose che abbiamo imparato durante l’anno, come ad esempio orientarsi con la bussola, accendere il fuoco oppure camminare verso un rifugio.
    In generale la montagna è quell’ambiente dove potersi disintossicare da un anno intero passato tra traffico e tecnologia.

    Ma gli scout vanno a fare le gite anche al mare e nei laghi.
    Esistono infatti gli scout nautici che svolgono prevalentemente attività acquatiche come costruire zattere e che svolgono prevalentemente attività, anche estive, nei litorali.
    Ci sono poi anche i nostri ragazzi più grandi (i rover – 16/19 anni) che vanno a fare attività di servizio alla comunità nelle città come per esempio presso i campi di Libera (Associazione contro le mafie), in quartieri border line o con ragazzi disabili o con gli anziani.

  5. Gli scout sono paramilitari/militareschi

    Questo sicuramente è uno dei luoghi comuni più famosi.
    A prima vista, infatti, l’uniforme, il saluto alla bandiera, la promessa (che sembra una sorta di giuramento), la vita cameratesca possono sembrare qualcosa di simile alla vita militare: ma è proprio così?

    Possiamo rispondere con le parole del fondatore degli scout, Robert Baden-Powell: 

    “La differenza principale tra il metodo dell’addestramento dei cadetti e la formazione scout risiede nei principi.
    Il primo opera tramite l’impressione, la seconda tramite l’espressione.
    L’addestramento dei cadetti impone ai ragazzi dall’esterno una istruzione collettiva, mentre lo scautismo incoraggia dall’interno l’individuo a sviluppare da sé la propria personalità.
    L’addestramento militare lo plasma fino a renderlo simile ad un modello predeterminato ed a farne un pezzo di un meccanismo, mentre lo scopo dello scautismo è soprattutto di sviluppare il carattere e lo spirito d’iniziativa del singolo
    (Robert Baden-Powell, “Taccuino”, Op. Cit. pagg. 37-38)

    All’interno del movimento scout vi è stata, inoltre, un’evoluzione del pensiero in senso pacifista. Infatti, sebbene lo scoutismo fosse nato per forgiare dei bravi ragazzi inglesi pronti ad essere degli utili coloni dopo la prima Guerra Mondiale Baden-Powell (B.P.) vide nello scautismo il mezzo per raggiungere una pace internazionale, fondata su un comune spirito di fratellanza ed è per questo che ogni 4 anni (esattamente come i Mondiali di Calcio) festeggia la sua festa internazionale: il Jamboree. 

    “Fratelli scout, Vi chiedo di fare una scelta solenne. Esistono tra i vari popoli del mondo differenze di idee e di sentimenti, così come ne esistono nella lingua e nell’aspetto fisico.
    La guerra ci ha insegnato che se una nazione cerca di imporre la sua egoistica volontà alle altre, è fatale che ne seguano crudeli reazioni. Il Jamboree ci ha insegnato che se facciamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente.
    Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, così da poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà tra gli uomini”
    Cfr. Robert Baden-Powell, “Taccuino”, Op. Cit. pag. 90. 

    Nel 1981 l’UNESCO ha attribuito allo Scautismo il premio per l’Educazione alla Pace

    Ma allora perché tutta questa confusione?
    Certamente l’esperienza militare di Robert Baden-Powell poi riportata in alcuni tratti all’interno del Metodo Scout ha una sua valenza.
    Lo stesso non dimenticava mai di ricordare che la vita militare sviluppa anche qualità da lui considerate positive come l’eroismo, il coraggio cosciente per il proprio paese, il sopportare i disagi.
    Lo scopo del percorso scout, però, non è di diventare un militare ma di diventare un buon cittadino rispettoso e pronto ad aiutare il prossimo e sviluppare la propria personalità. 

    Per un approfondimento su questo tema e la sua evoluzione vi invitiamo a leggere il libro “Cittadini del Mondo” (edito da Fiordaliso edizioni) che ripercorre tutto il pensiero dell’autore in merito al tema della Pace e degli Scout… 100 e poco più pagine da leggere tutte d’un fiato. 

     

  6. Gli scout vendono i biscotti

    biscout

    “Siamo gli scout. Vuole comprarci dei biscotti?”.
    A volte capiterà di girare lo sguardo da un’altra parte e pensando “ma perché proprio a me?”
    Se, invece, coglierete nello sguardo di quel bambino un senso di autonomia, di comunità, di saper esserci, di “metterci la faccia” allora acquisterete da quel bambino quei biscotti e ve ne andrete soddisfatti.

    Ma perché gli scout vendono i biscotti? Soprattutto…vendono solo biscotti?
    Partiamo con la seconda domanda e la risposta è NO FALSO!
    Fanno autofinanziamento non solo con biscotti ma anche con altri oggetti auto-costruiti, magliette, gadget vari ed eventuali. I più evoluti hanno fatto degli accordi con aziende locali e vendono anche miele o marmellate. 

    Per quanto riguarda il PERCHÈ gli scout fanno autofinanziamento ci sono ben due principali motivi: 

    • il primo è perché con l’autofinanziamento i bambini e le bambine imparano il valore delle cose e, quindi, imparano a “guadagnarsi” un pezzo delle attività che li rendono felici. L’autofinanziamento stimola i ragazzi all’autonomia! 
    • Inoltre, preparare oggetti o biscotti o torte stimola i ragazzi allo sviluppo delle proprie capacità manuali, che è uno degli aspetti principali del Metodo Scout.
  7. Gli scout fanno sopravvivenza e addestramento militare

    Gli scout non fanno addestramento militare come Bear Grylls ma, soprattutto negli esploratori, imparano tecniche che permettono di cavarsela anche in situazioni di emergenza: segnalazione (con bandiere, suoni o luci), accensione del fuoco, costruzione di ripari di emergenza sempre mantenendo la calma e la capacità di ragionare in modo lucido.


    Le tecniche prendono spunto dalle conoscenze tradizionali che gli esseri umani hanno utilizzato fin dall’antichità. Ed è in questa essenzialità che si cerca di creare la vita “scout”.

    Ma lo scout come lo accende il fuoco? Molti di voi penseranno che gli scout facciano prove di sopravvivenza dove sono obbligati ad accendere il fuoco con i legnetti e l’archetto. Non è così. Ma questo non significa che sia impossibile o che gli scout non ci provino o non accendano il fuoco.
    Se volete provarci da soli leggete la guida su come accendere un fuoco o a guardare questo video: 

     

Comunque sì, Bear Grylls è uno dei nostri ambasciatori mondiali!


AVETE ALTRI DUBBI? LEGGI LE DOMANDE FREQUENTI SUGLI SCOUT!


Daniele Spinsanti, Sezione CNGEI di Ancona

 

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7 luoghi comuni sugli scout
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