Andare in montagna: 7 errori da evitare e consigli
7 Errori da evitare e consigli pratici per andare in montagna
Andare in montagna non va presa come un’attività da fare a cuor leggero: c’è bisogno di molta attenzione per non commettere errori pericolosi che possono costare caro e metterci in seria difficoltà!
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Non affidarsi solo al più esperto
Tra gli sbagli più comuni commessi dai frequentatori occasionali della montagna c’è quello di pensare che il più esperto del gruppo si prenda cura di ogni singolo dettaglio, che conosca l’esatta posizione in ogni singolo momento dell’escursione e che sia in grado di prevenire eventuali imprevisti.
Ascoltare i consigli e seguire le indicazioni di chi è più esperto è fondamentale, ma nessuno dovrebbe mai essere passivo quando si muove in un ambiente naturale come quello della montagna.
L’attenzione deve essere sempre massima e ogni singolo membro del gruppo dovrebbe, prima di partire per una qualsiasi escursione, aver acquisito tutta una serie di informazioni indipendentemente dal livello di preparazione del “capo spedizione”.
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Programmare l’itinerario da casa
È bene programmare l’itinerario da casa, con molta cura. Saper valutare le distanze e i dislivelli è fondamentale, perché gruppi differenti di persone possono percorrere in un giorno distanze assai diverse. I motivi possono essere tantissimi, dal tempo atmosferico alla preparazione fisica.
Può capitare anche che alcuni sentieri con il tempo siano stati abbandonati, o chiusi per manutenzione.
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Contattare il CAI locale
A questo proposito è utilissimo, e talvolta fondamentale, contattare la sezione CAI (Club Alpino Italiano) di zona e chiedere, prima di partire, informazioni circa lo stato dei sentieri che si vorranno percorrere.
Le varie sezioni del CAI sono composte da volontari, spesso in sottonumero rispetto alla quantità di sentieri da sistemare/controllare. Può capitare che essi non riescano a coprire e ad avere una risposta immediata circa lo stato di tutti i sentieri. Prestare servizio presso una sezione del CAI può essere un utile modo per risolvere questo inconveniente e un modo altrettanto utile per venire in contatto con persone esperte degli ambienti montani.
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I sentieri sono classificati per difficoltà
Ricordatevi anche che i sentieri sono divisi per difficoltà.
Conoscere la difficoltà di un sentiero è fondamentale non solo per capire il grado di “fatica” a cui l’escursionista andrà in contro nel percorrerlo, ma anche per verificare l’eventualità che in quel sentiero possano essere presenti tratti attrezzati o semplicemente tratti marcatamente esposti.
Un sentiero viene “attrezzato” quando l’esposizione diventa eccessiva e gli appoggi per mani e piedi diminuiscono diventando piccoli e difficilmente utilizzabili. Per questo vengono fissati dei cavi d’acciaio ai quali l’escursionista può vincolarsi mediante l’uso di apposito imbrago.
Nel caso di tratti attrezzati, l’escursionista dovrà procurarsi un imbrago prima di partire. È fortemente sconsigliato, in montagna, sopravvalutare le proprie capacità avventurandosi in sentieri senza l’attrezzatura adeguata.
La scala di difficoltà dei sentieri è consultabile presso tutti i siti sezionali del CAI.
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Verificare il materiale prima di andare in montagna
Mai dare per scontato un itinerario trovato sul web o consigliato da amici, ma porre una giusta e misurata critica a tutto il materiale di cui siamo in possesso (mappe, cartine, consigli e attrezzatura).
Avere sotto controllo l’itinerario, e conoscere le difficoltà reali e presunte del cammino, metterà gli escursionisti in una condizione mentale positiva e permetterà loro di gestire efficacemente gli imprevisti e la fatica; consentirà di arrivare a sera stanchi fisicamente ma riposati mentalmente. Non rispettare una tabella di marcia prefissata, o non avere proprio una tabella di marcia, può portare ad accumulare stress, fatica e frustrazione.
Nel corso di un’escursione con il Branco, il percorso sarà scelto interamente dai capi, questo è ovvio; tuttavia è possibile insegnare elementi di cartografia e orientamento anche ai bambini in quella fascia d’età. L’escursione stessa è un ottimo momento per farlo.
La cartina escursionistica è forse il principale strumento a disposizione dell’escursionista per una corretta impostazione dell’itinerario. Viene impiegata sia nella fase di preparazione all’escursione, sia durante l’escursione stessa per avere la conferma che il cammino stia procedendo nella giusta direzione.
Altro strumento indispensabile e molto sottovalutato ai giorni d’oggi è la bussola. La bussola è uno strumento con un ago magnetizzato che si allinea lungo le linee di forza del campo magnetico indicando la direzione Nord-Sud.
Ogni escursionista quindi dovrebbe conoscere l’utilizzo corretto e combinato di questi due strumenti. Per approfondire i concetti di cartografia si rimanda il lettore al sito 3dmetrica.
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Provate l’Orienteering
Lo sport Orienteering, consiste nell’effettuare un percorso predefinito caratterizzato da punti di controllo chiamati “lanterne” (paletti con punzone) con l’aiuto esclusivo di una bussola e di una cartina topografica molto dettagliata a scala ridotta (da 1:4.000 a 1:15.000) che contiene particolari del luogo da percorrere.
Dove si svolge? Il luogo di svolgimento sono sempre i boschi, ma possono essere utilizzati gli ambienti naturali in generale (ad esempio a volte si fanno gare urbane nei centri storici delle grandi città)
Le attività di tipo Orienteering sono ottime per padroneggiare la cartografia e l’orientamento. Sono molto consigliate per la branca E, dove è richiesta anche una certa componente di “avventura”.
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Portate bussola e cartina non solo il cellulare!
Esistono piattaforme online per leggere cartine (come ad esempio Avenza Maps App) e i moderni cellulari hanno incorporati i più moderni sistemi di rilevazione della posizione (GPS). Sono estremamente utili, non c’è dubbio, ma che fare quando questi si scaricano o non possono, per svariati motivi, funzionare correttamente?
Che succede quando, alzando gli occhi dallo schermo nero, l’escursionista si trova di colpo in un ambiente sconosciuto senza gli strumenti e le conoscenze per venirne a capo?
Questo è forse il motivo principale per il quale, anche dopo secoli, si continuano a usare strumenti come la bussola e la carta.
Daniele Tognoni