“Debole è, chi potente crede di essere”
25 NOVEMBRE è la GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.
Nel formare “il buon cittadino”, che è uno degli scopi della nostra associazione educativa, non bisogna mai dimenticare che c’è stato un tempo molto lungo in cui in esso non era compresa la sua declinazione femminile: la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” della francese Olympe de Gouges ci ricorda, con la forza di chi aveva combattuto per un’uguaglianza di cui poi non aveva goduto, che i primi passi nel mondo democratico sono stati fatti da soli uomini, perché sulle sole loro misure si costruivano scarpe, strade e città.
Ma non abbiamo voluto fermarci agli errori del passato, e abbiamo scavato una pista nuova, a misura della e dello scout del nostro presente: al terzo dei nove punti della Carta d’Identità Associativa del CNGEI troviamo la definizione del valore scout della COEDUCAZIONE, una scelta che la nostra Associazione ha compiuto diversi decenni fa, coerentemente con quello che è il costante percorso di riflessione su se stessa e del suo ruolo nel contesto sociale che vive. L’educazione mista, condivisa, diversificata, sta alla base dei valori dell’associazione, e la impegna a porsi costanti domande, non sempre semplici, non sempre comode.
“La Coeducazione è una opportunità di far crescere e vivere assieme ragazze e ragazzi valorizzandone le specifiche attitudini e originalità. E’ inoltre un percorso di conoscenza, di confronto, di arricchimento di sé grazie al contatto con diverse realtà non solo di genere, ma anche di stili di vita, diverse abilità, religioni, etc. E’ offrire pari opportunità di azione stimolando il contributo di ciascuno nella sua unicità per il perseguimento di obiettivi comuni”.
Questa però è una giornata dal sapore amaro e ferrigno, dove non si deve solo ricordare o memorizzare, ma apprendere per sapere sempre la triste verità del fenomeno della violenza maschile sulle donne:In Italia: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 16.1% è stato oggetto di stalking, il 5,4% di forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. In quest’ultimo caso il 47,4% delle donne ha temuto per la propria vita. Il 10,6% delle donne ha dichiarato di aver subìto una qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni [1].
Delle 116 donne uccise nel 2020, il 92,2% è stata uccisa da una persona conosciuta. Per oltre la metà dei casi le donne sono state uccise dal partner attuale, in particolare il 51,7% dei casi, corrispondente a 60 donne, il 6,0%, dal partner precedente, pari a 7 donne, nel 25,9% dei casi (30 donne) da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nel 8,6% dei casi da un’altra persona che conosceva (amici, colleghi, ecc.) [2].
La situazione pandemica non ha aiutato, anzi spesso ha aumentato i casi di violenza domestica, o ha diminuito le possibilità che questi potessero essere denunciati [3].
Troverete la e lo scout sempre con l’attenzione vigile, e non solo per ascoltare le zampe di Shere Khan nella Giungla o per fiutare l’odore del Nord, ma soprattutto per porsi in modo cosciente e attivo nel complicato mondo circostante. Quest’attenzione ci obbliga anche a delle prese di responsabilità, delle ammissioni di errori, o almeno di margini di miglioramento.
Se dunque il nostro punto di partenza è l’uguaglianza e la Coeducazione, il nostro approdo è ancora diverso: è il lavoro quotidiano all’educazione alla non violenza, come valore universale ma anche come fatto reale, calato nel mondo.
Essere scout significa dunque anche riflettere sui propri privilegi, e sulla violenza di chi li esercita. Questi privilegi non sono “naturali”, ma sono creati da una educazione stereotipata che riteniamo ormai datata, che vede la donna come parte debole della società, che deve essere protetta.
Ci rifiutiamo di pensare alla donna in questo modo, riconosciamo che è stata dipinta tale dallo stesso mondo maschile che l’ha violata, e crediamo fermamente che da una educazione differente possano nascere uomini differenti. È questo il nostro segreto, lo spazio da cui si lanciano le nostre utopie e i nostri progetti: la fiducia nel fatto che questo mondo lo possiamo cambiare, perché siamo noi i responsabili di molti dei suoi problemi.
La nostra Coeducazione dunque non è solo la bellezza dello scambio vicendevole di esperienze differenti, ma è anche la dura e consapevole ammissione delle disuguaglianze su cui abbiamo capacità di cambiamento.Non proteggiamo il ferito e l’emarginato per non vedere il suo carnefice, ma per svelare che “debole è, chi potente crede di essere”.
Chiara Mugelli, Sezione CNGEI di Pistoia
1522 – Numero di Help Line Anti violenza e stalking
[1] https://www.istat.it/…/06/Violenze_contro_le_donne.pdf
[2] https://www.istat.it/…/vio…/il-fenomeno/omicidi-di-donne