- 04 Dicembre

Il CNGEI ha una nuova Promessa

Il Capo Scout CNGEI Mariano Iadanza ci racconta la nuova Promessa Scout votata in Assemblea Nazionale e che verrà utilizzata dal prossimo San Giorgio 2024.

Ho sempre ritenuto l’Istituto Madonna del Carmelo, a Ciampino, alle porte di Roma, una specie di
non-luogo. Privo della magia che sempre dovrebbero avere i ritrovi scout. E anche un po’ anonimo, lontano cioè da quel calore che pure tanto è utile alle relazioni umane. E con esse alle decisioni importanti.

Eppure, proprio lì, il 25 novembre 2023, il CNGEI ha deciso di adottare il testo della nuova Promessa a larga maggioranza, l’atto di adesione col quale ogni ragazza, ogni ragazzo, decide di entrare a fare parte del Movimento scout e guide.

D’un tratto, dunque, quel non-luogo si è tinto di emozione e tale emozione è trapelata, viva, negli occhi di tutti.
Di chi attendeva questo momento da 29 anni, cioè da quando si è iscritto in associazione.
Di chi aveva vissuto il Convegno del 1996, quando ragionammo sulla possibile riformulazione del testo.
Di chi ha sempre creduto nella necessità di nuove parole.
Di chi si è impegnato a trovarle, queste nuove parole.
Di chi non era d’accordo e ha cambiato idea. E anche di chi è rimasto della propria opinione.
Di chi ha salutato con la giusta malinconia una formula impressa nella nostra mente dal 1946, l’anno del referendum costituzionale, dell’Assemblea costituente, della ripartenza nel dopoguerra. Perché a quell’anno risaliva l’ultima formulazione del testo.

Nel CNGEI, come in tutte le associazioni scout, non è il versamento della quota di iscrizione che ti rende parte del Movimento.
È la scelta autonoma e volontaria di entrarne a far parte, espressa nel corso di una cerimonia solenne, nella quale pronunci parole che richiamano i principi dello scautismo.
Davanti alla comunità di cui fai parte.
Guardando negli occhi il Capo Educatore che ti accompagnerà nel percorso.
Cingendo il tuo collo di un simbolo universale per tutti gli scout del mondo: il foulard arrotolato che ciascuno da quel momento tiene legato a sé come una seconda pelle. E come l’epidermide subisce le ingiurie del tempo, si riga, si assottiglia, si sdrucisce. Si sporca e poi si lava. Si macchia e poi si monda. Eppure, fa sempre parte di te e da te non può più andare via.
Come parte di te è la promessa che a quel foulard ti ha dato diritto.

Cosa dice il nuovo testo della Promessa?

Prometto di fare del mio meglio
per vivere la Legge scout,
impegnarmi nel mondo e per gli altri,
crescere spiritualmente e migliorarmi ogni giorno.

È una formula semplice, perché deve parlare a ragazze e ragazzi di tutte le estrazioni, di tutte le latitudini, di tutte le capacità cognitive, intellettive, emotive. Proprio perché è semplice, essa è però capace di mozzare il fiato, per prendere in prestito le parole di Gandhi.
Ti mozza il fiato perché decidere oggi di vivere una Legge, conformarsi al codice etico degli scout, significa fare del proprio meglio affinché ciascuno dei valori espressi in quella Legge trovi posto nella tua vita. Una vita leale, sobria, onorevole, generosa, cortese, tollerante, disciplinata, laboriosa, pura. Nel senso più alto che ciascuno di questi valori esprime. E per ciò stesso difficilissima da attuare. E ditemi se c’è qualcosa di più difficile, di più elevato, che promettere di fare del proprio meglio per vivere qualcosa che si sa già che non si riuscirà a portare a termine davvero, eppure ci si sforzerà di farlo, con quella tensione ideale che è propria di chi crede in qualcosa. E gli scout credono in tante cose.

Credono anzitutto che il proprio impegno nel mondo possa fare la differenza. Perché sanno di essere parte di tante comunità, non di una sola, e vivono questa pluralità non solo come una ricchezza, ma come un’immensa occasione per mettersi in gioco a fare la propria parte.

Intervenendo con pieno spirito di servizio in situazioni di disagio o difficoltà. Ma anche rispettando
il silenzioso crescere d’una foglia, il respiro di una natura che è troppo grande e troppo bella perché possiamo comprenderla davvero, fino in fondo.

Poi credono che sia importante impegnarsi per gli altri, convivere, non solo coesistere; frequentare il futuro, non solo il presente; agire con gli altri; con essi dialogare, discutere, divergere se necessario. Ma mai scontrarsi. Perché essere scout è sinonimo di essere per non essere contro.
Ancora, credono che il senso più vero del cammino sia il viaggiare. Non il punto di partenza, non quello di arrivo – che per noi è solo, sempre, una tappa intermedia.
Ma proprio il viaggiare: scoprire se stessi, scoprire gli altri. Indagare le proprie emozioni. Guardarsi dentro. E poi guardare fuori di sé, anzi al di là di sé. Perché crescere spiritualmente vuol dire esattamente questo.

Si cresce spiritualmente se si ricerca un significato alla propria esistenza, se si individuano connessioni con i significati individuati dagli altri, se ci si apre alle risposte altrui e se si è disposti ad accettare che le proprie risposte possano mutare nel tempo.
Si cresce spiritualmente se si è pronti a trascendere da sé. Se si supera la parola io, quel dolce monosillabo innocente che, per dirla con Gaber, nasconde la paura di non essere nessuno.

Ma non è finita qui. Gli scout credono anche che ogni giorno si possa fare un piccolo passo per diventare una versione migliore se stessi. Non un passo assoluto. Perché io sono diverso da te e tu sei diversa da lei. Ma nondimeno un passo importante. Che accresca la propria creatività, migliori il proprio ingegno, sviluppi le proprie capacità decisionali, intervenga sul proprio sviluppo fisico, induca ad acquisire nuove conoscenze, nuove abilità, nuove attitudini. Un passo in su, più che un semplice passo in avanti.


Abbiamo tradotto in nuove parole ciò in cui crediamo

Ecco.
A Ciampino qualche giorno fa abbiamo fatto tutto questo.
Abbiamo tradotto in nuove parole ciò in cui crediamo.
Mai rinunciando a ciò che siamo o siamo stati. Ma consapevoli che in un tempo in cui si cambiano preghiere millenarie, si introducono neologismi atti a spiegare realtà prima ignote, si coniano nuovi lemmi, una riflessione sulle formule che pronunciamo fosse doverosa.

Tale riflessione ha portato ad un risultato denso di significati.
Alcuni li abbiamo qui narrati.
Altri prenderanno vita man mano che questa storia si farà Storia.

E man mano che altri foulard saranno passati di collo in collo a rinnovare la grande fratellanza, la grande sorellanza (!) che è la forza distintiva del Movimento scout.

Mariano Iadanza, Capo Scout CNGEI