- 08 Agosto

Don Luigi Ciotti: uno scout nell’anima

Sono le 14,30 quando Don Luigi Ciotti arriva al Campo Nazionale CN2018. I lampeggianti delle auto di scorta attraversano la lunga strada che dall’ingresso porta al sottocampo Lilliput sotto lo sguardo incuriosito degli scout che incontrano l’insolito corteo. Ad attenderlo ci sono tutti i responsabili del campo ed i dirigenti nazionali del CNGEI presenti in questi giorni a Vialfrè, ma appare subito chiaro che non sarà facile presentarlo ad ognuno di questi. Si muove fuori da ogni protocollo e stringe mani a chiunque gli si avvicini. Non strette di mano formali, ma attenzione reale per chi incontra. Chiede il nome, la provenienza; per tutti un sorriso, un selfie, una domanda, una battuta.

Don Ciotti e gli scout CNGEI - CN2018 Don Ciotti e gli dirigenti scout CNGEI - CN2018
Il tempo di prendere un caffè ed inizia il giro del campo. Anche in questo caso non è facile fargli percorrere la strada programmata. Andando avanti continua ad andare verso chi vede intento a far qualcosa, si ferma e chiede di sapere tutto ciò che gli è possibile su cosa sta facendo. Per ogni città che sente nominare ha un ricordo, un aneddoto, un cibo tipico da ricordare. Il suo grande interesse è per i ragazzi, con loro si ferma più che con chiunque altro, li mette a loro agio, anche i più timidi ed intimoriti.

Don Ciotti e gli scout CNGEI - CN2018 Don Ciotti e gli scout CNGEI - CN2018
Al villaggio Arti e Mestieri si stacca dalla strada principale e si arrampica sul dislivello di pietre per raggiungere prima i ragazzi che vede intenti nei loro laboratori. È evidentemente felice di stare tra loro, lo dirà chiaramente e senza retorica durante il suo intervento, ma basta essere lì e guardarlo per capire che la sua è una felicità sincera! Arriva quindi nell’area dedicata all’incontro diretto con esploratori ed esploratrici e con i rover. Parla a braccio, sottolinea il suo grande apprezzamento per lo scautismo e per il Cngei in particolare.

Don Ciotti e gli scout CNGEI - CN2018 Don Ciotti e gli scout CNGEI - CN2018
Le camicie verdi, racconta, sono da sempre al suo fianco nella grande ed importante storia della rete Libera e ricorda di incontrarle in ogni giro che si trova a fare attraverso l’Italia. I ragazzi hanno tante domande da fargli, li ascolta con grande attenzione e a ciascuno risponde citandone continuamente il nome, a sottolineare che la cosa importante nella vita è instaurare rapporti, relazionarsi veramente con chi si incontra. Racconta di come è iniziato il suo percorso fin da giovanissimo, incitando quindi a mettersi in gioco e a fare la propria parte a ciascuno dei ragazzi che lo sta ascoltando. Ribadisce più volte che ad essere vincente non è l’io, ma il noi e che gli scout apprendono fin da piccoli a “ragionare” con il noi, attraverso la vita comunitaria come quella che in questi giorni stanno condividendo a Vialfrè.

Racconta anche della sua condanna a morte da parte di un potente boss mafioso e di come tutti i giorni le forze dell’ordine che lo scortano mettono in pericolo la loro vita per garantirgli la sua. È insomma un fiume in piena e finisce di parlare con gli scout ben oltre l’orario previsto, annullando quindi il giro finale tra i sotto campi. Prima di ripartire, però, deve salutare tutti uno per uno e riceve piccoli doni che accoglie come beni preziosi: un foulard, una forcola di legno, un braccialetto, un coltellino… È stato un bel giorno per il campo nazionale, una seria riflessione sull’impegno civile che la nostra associazione persegue, ma anche la gioia dell’incontro tra persone che vedono la vita allo stesso modo.

Don Luigi Ciotti… uno scout nell’anima.